Appello per Emergency
Questo appello mi è giunto oggi dall’Associazione Facciamo i Conti fondata da Franca Rame.
Cari Amici, abbiamo sottoscritto questo appello, vi preghiamo di aderire e diffonderlo il più possibile. Le adesioni andranno inviate all’Onorevole Cannavò, alla mail cannavo@mac.com Grazie! Franca Rame (www.francarame.it) .
L’assassinio di Adjimal Nashkbandi, l’ostilità evidente del governo Karzai contro Emergency, la prigionia di Rahmatullah Hanefi, la decisione del governo afgano, in piena sintonia con i comandi Nato di non trattare più per la liberazione di ostaggi si inscrivono evidentemente in un quadro di guerra legittimato dall’Onu ma non per questo meno cruento e inaccettabile. Che in Afghanistan ci si stia per la guerra e non per la pace è del resto dimostrato dalla decisione italiana di inviare elicotteri Mangusta e nuove truppe o da quella tedesca di inviare gli aerei Tornado. Nello stesso tempo si mette a repentaglio l’attività di un’organizzazione umanitaria come Emergency la cui opera è evidente a tutti. Oggi noi vogliamo ribadire la nostra ferma contrarietà a questa missione continuando a chiedere il ritiro delle truppe italiane come unica condizione possibile per cambiare prospettiva. Fare finta di non sapere che la missione Isaf è nata per sostenere il governo di Karzai rappresenta una posizione indifendibile. Pensiamo allo stesso tempo che il governo italiano debba fare di tutto per proteggere l’iniziativa di Emergency anche perché non si può utilizzare un’organizzazione quando fa comodo per poi scaricarla sotto le linee direttive dell’alleanza atlantica. E’ anche una questione di dignità, umana prima che politica o nazionale. Crediamo che il governo debba fare tutto il possibile, quello che ancora non sta facendo, per la liberazione di Rahmatullah Hanefi. Parole come quelle pronunciate dal responsabile della sicurezza del governo Karzai sono inaccettabili. Anche noi riteniamo che non sarebbe pensabile un impegno di Emergency che non sia, come è stato dal 1999 a oggi, rivolto a offrire assistenza sanitaria a tutti coloro che ne hanno bisogno, solo in nome di questo bisogno, civili o combattenti, in totale indifferenza verso appartenenze o divise. Il governo italiano non può accettare l’intimidazione, noi non la accettiamo. Molti dei firmatari di questo appello sono impegnati domenica 15 aprile in un’assemblea pubblica dal titolo “Incompatibili con la guerra” a cui interverrà lo stesso Gino Strada. Per noi sarà anche l’occasione di una manifestazione di solidarietà con Emergency oltre che un nuovo atto pubblico di rifiuto e di No alla guerra. Senza se e senza ma.