L’italiana astronauta


1416811093_dentroLa prima italiana in orbita

 

Samantha Cristoforetti, 37 anni di Milano, è dal 24 novembre 2014 la prima donna astronauta italiana. Partita per conto dell’Agenzia spaziale italiana A.S.I. con i colleghi Terry Virts americano e Anton Shakaplerov russo, alle 2 di notte locali dal cosmodromo kazako di Baikonur sotto una leggera nevicata, dopo 6 ore con la Soyuz TMA-M15 su cui viaggiava ha raggiunto la stazione spaziale internazionale ISS per la missione Futura 42 che effettuerà 200 esperimenti a 400 km di altezza sull’orbita terrestre. A bordo Samantha Cristoforetti, capitano dell’Aeronautica Militare ha trovato il comandante Barry E. Wilmore della Nasa e i russi Aleksandr Samokutyayev e Elena Serova. Resterà in orbita sei mesi. Questa è la seconda missione di lunga durata dell’agenzia spaziale italiana.

Ciao, benissimo, ciao buona notte!

Nel video della partenza si sentono le voci dei tre astronauti e, curiosamente, oltre a qualche ciao! di Samantha, si sentono di più le voci degli altri due che, salutando i tanti giornalisti italiani presenti, dicono distintamente Benissimo! (il russo) e Ciao, buona notte! (l’americano).

Che Samantha sia molto avanti lo si evince anche nel video al momento di firmare (come di prassi gli astronauti) una porta del cosmodromo, prima della partenza: sotto la firma ha apposto la data 24.11.2019. Video preparativi partenza

B3LoIvvCUAAUvIX-khVF-U430401152891944HYD-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443Gli esperimenti di Samantha

Questi i principali esperimenti che l’astronauta italiana effettuerà nello spazio.

1) Studio dei meccanismi di adattamento sensorio – motorio in prolungata assenza di gravità. Si indagheranno nuove strategie criteri di pianificazione ed esecuzione del movimento indotti dall’ambiente microgravitazionale, tramite due protocolli di movimento sperimentali: MOVE SB (MOVE Short and Blind), movimenti di raggiungimento di un target e SHRINK (Space Height Reference In Non-gravitational Kinetics), movimenti di lancio e recupero di una palla virtuale. Progetto: Dipartimento di Elettronica, Informatica e Bioingegneria, Politecnico di Milano.


2) Studio sull’uso della saliva per monitorare le condizioni del metabolismo osseo e muscolare degli astronauti. I campioni di saliva e urina prelevati agli astronauti e congelati a bordo, saranno poi analizzati nei laboratori dell’Università e correlati con altri campioni prelevati agli stessi soggetti durante test svolti prima e dopo il volo. Possibili ricadute potrebbero riguardare le apparecchiature biomediche. Lo studio serve ad aiutare a prevenire o a ridurre il decondizionamento del sistema muscolo scheletrico. Progetto: Dipartimento di Medicina e Chirurgia Università di Salerno.

3) Progetto per determinare l’influenza della microgravità sulla modificazione della forma cellulare a livello genico. L’astronauta italiana si occuperà di coltivare nello spazio cellule campione simili a quelle coltivate a terra. L’esperimento può consentire progressi nella terapia di numerose affezioni: dalle patologie del connettivo, all’osteoporosi, al cancro. Progetto: Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare – Università La Sapienza di Roma.

4) Sull’ISS Samantha Cristoforetti utilizzerà un nuovo apparecchio pletismografico (portatile e non invasivo) per studiare il ritorno venoso cerebrale in condizioni di microgravità, capire i fenomeni di adattamento fisiologico e identificare possibili variazioni cronobiologiche del flusso sanguigno, che costituisce uno dei principali regolatori della fisiologia del cervello. Il pletismografo realizzato nell’ambito del progetto potrebbe diventare uno strumento diagnostico ideale delle patologie del tipo CCSVI.
Un prototipo di collare pletismografico è stato sviluppato e consente già misure riproducibili. Progetto: Centro Malattie Vascolari, Università degli Studi di Ferrara, Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra, Università degli Studi di Ferrara.


5) Ricerca tesa a prevenire problemi di salute dopo i voli spaziali quali l’intolleranza ortostatica che rappresenta uno dei principali e più frequenti sintomi che gli astronauti mostrano dopo i voli, specie se di lunga durata. L’astronauta eseguirà un nuovo tipo di allenamento personalizzato (individualized TRaining IMPulse). Identificare contromisure specifiche per accelerare la riabilitazione di equipaggi in missioni di esplorazione potrebbe servire a prevenire disturbi legati all’inattività, o per recuperare e riabilitare soggetti con patologie dell’apparato locomotorio. Progetto: IRCCS San Raffaele Pisana Roma.

6) L’astronauta italiana realizzerà un piccolo oggetto di plastica con una piccola stampante in 3D, completamente sigillata: l’intero esperimento sarà filmato e monitorato a terra. Se il test si dimostrerà valido, si potrebbero portare nelle future missioni spaziali meno oggetti, da produrre invece direttamente nello spazio. Progetto: Altran Italia S.p.A, Torino, Thales Alenia Space S.p.A..

7) L’esperimento prevede il trattamento colturale di cellule coinvolte nel metabolismo del rimodellamento del tessuto osseo, in assenza o presenza di dosi opportune di nHAP o nHAP-Sr. Sarà impiegato un sistema automatizzato (fornito dalla ditta Kayser). Le colture cellulari verranno alimentate attraverso l’iniezione di un idoneo terreno di coltura capace di conferire i nutrienti necessari alle cellule e di nanoparticelle. I campioni ottenuti saranno congelati e analizzati a terra. L’obiettivo è dimostrare l’efficacia di nanoparticelle di idrossiapatite per valutarne il possibile impiego come contromisura all’osteoporosi indotta da microgravità durante il volo spaziale. Le ricadute riguardano sia gli astronauti sia chi resta a terra e invecchia. Progetto: Dipartimento di Medicina Molecolare Unità di Biochimica, Laboratorio di Nanotecnologie Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari, Facoltà di Farmacia, Università di Milano, Istituto di Cristallografia CNR Roma, Kayser Italia S.r.l., Livorno.

8) Esperimento sul sonno. Premesso che in microgravità la qualità del sonno è ridotta, l’esperimento vuol approfondire la conoscenza dei meccanismi fisiologici del sonno in microgravità testando una speciale maglietta sensorizzata che rileva segnali biologici (elettrocardiogramma, respiro, temperatura, indici di meccanica cardiaca) durante il sonno.
Questo nuovo dispositivo potrebbe essere utilizzato a terra per la diagnosi remota dei disturbi del sonno direttamente a casa del paziente. Progetto: Fondazione Don Carlo Gnocchi ONLUS.

1402910528_ispressodefUn caffè espresso nello spazio

Un altro esperimento che Samantha Cristoforetti effettuerà nello spazio è preparare il caffè. E’ stata messa a punto ISSpresso (nella foto sopra) una macchina a capsule multifunzione in grado di servire bevande calde, tra cui il caffè espresso italiano, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. L’esperimento consiste in una serie di cicli di erogazione di caffè, espresso o americano (ma anche tè, tisane e vari tipi di brodo, consentendo la reidratazione degli alimenti), e nella pulizia finale del sistema. E’ un importante supporto psicologico per gli astronauti, che così possono sentirsi quasi come a casa. Gli obiettivi scientifici previsti si focalizzano principalmente sul miglioramento della conoscenza del comportamento dei fluidi e delle miscele in condizioni di microgravità.

La prima macchina a capsule in grado di lavorare in assenza di gravità è caratterizzata da un corpo strutturale principale costituito da un compartimento per l’inserimento dei drink-pouch, i sacchetti conformi agli standard NASA, protetto da uno sportello trasparente che impedisce l’accesso durante l’erogazione, un pannello di controllo e un sistema di inserimento delle capsule commerciali. Il sistema ha un volume totale pari a 64 dm3 con massa di circa 20 Kg.

ISSpresso prevede una connessione elettrica con la stazione. L’approvvigionamento di acqua potabile viene invece garantito dal Potable Water Dispenser (PWD) installato nello US Lab.

Per preparare la bevanda, l’astronauta deve riempire il water-pouch con l’acqua potabile per poi connetterlo a ISSpresso. Ogni membro dell’equipaggio può selezionare la tipologia di bevanda desiderata premendo l’apposito pulsante come avverrebbe a terra. Durante le prime fasi di utilizzo, l’intero processo di infusione sarà documentato per futuri studi sulla fluidodinamica e sulla formazione delle schiume.

ISSpresso è un prodotto interamente italiano, realizzato da un team di giovani ingegneri con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana. Il sistema multifunzione fornisce anche la possibilità di reidratare il cibo della ISS con brodi o altri consommé, incrementando l’apporto nutrizionale per ogni astronauta. Lo studio ha già prodotto alcune innovazioni e brevetti industriali per immediate applicazioni terrestri.

Progetto: Argotec, Torino. Supporti: Lavazza, Torino e Finmeccanica – Selex ES Firenze.

Per le informazioni sugli esperimenti si ringrazia l’Agenzia Spaziale Italiana.

 

ISS, Ufo o polvere cosmica?

E questo è un video diffuso dalla NASA in cui si vedono gli astronauti Uaysmen Reed e Alexander Gerst mentre effettuano riparazioni all’esterno della stazione orbitale. Nell’immagine improvvisamente compare una strana forma allungata luminosa. Qualcuno ha parlato di Ufo, le fonti ufficiali di polvere nella telecamera. Video presunto Ufo 

Una risposta a “L’italiana astronauta

  1. gli UFO……questa espressione dell’incapacità di risolvere i nostri problemi che ci fa, da secoli, sperare nel soprannaturale che lo faccia al posto nostro. Gli Dèi, I Messia, e ora gli Ufo. La metà dei “credenti” li vorrebbe, nella propria immaginazione di popolo new age, evoluti in una forma di bontà universale, senza rendersi conto che cinismo, crudeltà, egoismo ci sono arrivati in buona parte assieme all’evoluzione, se di evoluzione si è trattato. L’altra metà li vorrebbe feroci e distruttivi così che tutti gli uomini e le potenze terrestri si uniscano per combatterli. I due sogni si potrebbero facilmente realizzare cambiando noi stessi senza aspettare che prima cambino gli altri. Essendo onesti con noi stessi e con gli altri, perché chi governa senta la necessità di esserlo lui stesso. Impensabile che alla guida di un popolo di mestatori e furbetti possa improvvisamente andare un galantuomo; e se ciò avvenisse questi imporrebbe regole così dure da far impallidire quelle che applicò Mao.

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