Sardegna, nessuno si senta offeso
Il governatore della Sardegna non vuole che sulla sua isola arrivino turisti contagiosi e per questo viene attaccato da sindaci e da altri suoi colleghi. Ma dove sta sbagliando? Forse dovrebbe dichiarare che, in nome della prossima riapertura generalizzata e in nome del turismo necessario all’economia accetta volentieri che i casi di Covid19 si allarghino a macchia d’olio in Sardegna dove da una settimana contagi e morti sono zero? Sindaci e presidenti di Regione si sono sentiti offesi dalle sue precisazioni; lombardi, piemontesi, emiliani hanno accusato i sardi di trattarli come italiani di serie B. Siamo al paradosso. Il ministro Boccia ricorda che non spetta ai governatori impedire lo spostamento tra regioni, ed è vero, ma per prudenza il governo non sta forse ancora impedendo fino al 3 giugno la libera circolazione tra i territori così come la Sardegna vorrebbe continuare a fare anche dopo nei confronti di chi arrivasse dalle aree più contagiose? Il governo lo sta facendo a ragion veduta, come a ragion veduta sta per liberalizzare gli spostamenti con la certezza di far aumentare i contagi in nome della fine della paralisi economica e lavorativa. Ma è giusto impedire a territori più prudenti (e isolati) di salvaguardare la salute dei propri cittadini?
L’emergenza non è finita (i casi stanno di nuovo aumentando nel Paese) e gli inevitabili travasi di contagio tra regioni non sarebbero forse motivo di crisi per le aree meno attrezzate d’Italia? Perché la prudenza dello Stato ha ragion d’essere e quella delle Regioni no? Solo per un fatto di competenze precisate dalla Costituzione? O non sarebbe più equo assecondare i territori concedendo poi da Roma a ciascuno (in base alle diverse forze e risorse sanitarie) aperture e chiusure? Il problema in ogni caso è complesso. Anche perché per mettere in difficoltà le rianimazioni locali della Sardegna (come di qualsiasi altra regione) non serve lo sbarco di frotte di positivi asintomatici al Coronavirus (turisti o di imprenditori in giro per lavoro): con i 10/14 giorni di incubazione del virus basta anche solo una manciata di inconsapevoli infetti sparsa nelle varie provincie e la malattia riparte.
Da 2 a 3.000 morti in un mese
Gli esperti dicono che la crisi finirà quando i casi saranno vicini allo zero: al 28 maggio siamo (ufficialmente) a 593 nuovi casi con 70 nuovi morti sull’intero territorio nazionale. Per non dimenticare la progressione virale, agli inizi il 23 febbraio i positivi conosciuti in Italia erano 132 con 2 soli morti e dopo 10 giorni (4 marzo) si era già saliti a 2.706 positivi con 107 morti: numeri che il 18 marzo erano spaventosamente aumentati, con 35.713 positivi e ben 2.978 morti. In meno di un mese si è passati da 2 a quasi 3.000 morti e in tre mesi da 2 ai 33.142 morti attuali.
E si progetta l’imminente apertura delle frontiere ai turisti stranieri (sempre che arrivino)… Ma se da un lato le autorità plaudono alle vacanze in Italia degli italiani, siamo davvero contenti che in nome della necessaria linfa turistica entrino dall’estero anche nuovi contagi? Per esempio pensiamo a turisti in arrivo dalla Germania che al 28 maggio presenta 557 nuovi casi, dalla Francia (+3.325), pensiamo agli americani (+22.658 casi), ai russi (+8.371) o ai sauditi (+1.644). L’Austria con 37 nuovi casi è molto attenta a non riaprire le frontiere con l’Italia: qualcuno davvero ritiene che ci stia ghettizzando per una forma di razzismo anti italiano? Se così fosse non avrebbe in programma di permettere a viaggiatori di altri Paesi di attraversarla per raggiungere l’Italia col divieto di fermarsi sul suolo austriaco anche per rifornirsi di carburante. Evidentemente teme anche contagi in ingresso da nord, da est e da ovest.
Basta dire che il virus non c’è?
I Paesi meno prudenti e/o meno attrezzati stanno pagando più duramente il costo del virus: in 5 hanno superato l’Italia per numero di casi, ma solo due- Stati Uniti e Gran Bretagna– a livello mondiale hanno più vittime di noi che siamo ancora sul “podio”. Possiamo permetterci di allentare la morsa dicendo che siamo stanchi e che ormai tutto deve tornare come prima? Perché il virus scompaia è sufficiente far finta di niente e sentirci tranquilli semplicemente indossando mascherina e guanti o dicendo che i protagonisti della movida libera sono solo ragazzi e hanno diritto a divertirsi? Si può sempre fare una prova: magari se 7,5 miliardi di persone tutte insieme pensano positivo…
Il primato di San Marino
Ci sono luoghi nel mondo in cui i morti per Covid19 sono stati numericamente pochi, ma percentualmente tanti rispetto al numero della popolazione. Sono Stati territorialmente piccoli, dove il contagio per forza di cose è favorito, così come è più facile farsi contagiare da un’unica persona infetta dentro un miniappartamento piuttosto che in un centro commerciale. Per questo la Repubblica di San Marino ha il primato mondiale di incidenza di mortalità da Coronavirus con 1.238 per milione di abitanti: va precisato che questo è solo un numero virtuale statistico, in quanto i morti effettivi sono stati 42 (San Marino ha solo 33.909 abitanti). Segue il Belgio con 810 per milione, terza Andorra con 660 (anche qui il numero è virtuale, quello reale è 51), quarta la Spagna con 580, quinta la Gran Bretagna con 558 e sesta l’Italia con 548 per milione di abitanti. Ma ci sono altri Stati minuscoli dove i morti sono stati zero: Città del Vaticano, Isole Seychelles, Isole Falkland… (dati ufficiali al 28 maggio 2020).
Se la Lombardia fosse uno Stato, il primato mondiale sarebbe suo. E forse, per fortuna, ineguagliabile: 1469 morti per milione al 14 maggio 2020
Accidenti! Un sacco.