
L’antico odio per gli ebrei è testimoniato perfino nei documenti del Club Alpino Tedesco- Austriaco di fine Ottocento: però allora erano alcuni austriaci a manifestarlo e i tedeschi vi si opponevano. Ci furono molti tentativi di far approvare negli statuti locali del Club un paragrafo che parlasse esplicitamente degli alpinisti ariani, ma il comitato direttivo continuò ad opporsi. Tuttavia all’assemblea generale svoltasi a Norimberga il 9 e 10 novembre 1919 passò la mozione che includeva nello statuto il paragrafo ariano. L’Austria approvò il paragrafo prima nel 1920 per il solo Club Alpino di Villaco e nel 1921 per quello nazionale austriaco di Vienna. Da allora sulle porte dei rifugi alpini austriaci – luogo che avrebbe dovuto essere di pace e rinfrancamento dello spirito – comparvero cartelli con scritto: Gli ebrei e i membri dell’associazione Donauland qui non sono graditi. La Danauland era una sezione viennese di alpinisti di cui facevano parte soprattutto soci di religione ebraica. E nel 1923 la sezione di Villaco (che era corposa e frequentata da seguaci del nazionalsocialismo) fu anche più perentoria, cambiando i cartelli in: Agli ebrei è proibito l’ingresso. A nulla valsero le reiterate richieste del comitato centrale perché si rimuovessero quelle indegne scritte. Nel 1922 al cartello di uno dei rifugi dell’area fu affiancata la croce uncinata. Nel settembre 1922 un articolo dell’Arbeiterwille (giornale socialdemocratico di Graz) commentò così questo episodio e la notizia che il gestore del rifugio avrebbe perso il contratto se avesse ospitato un solo ebreo: Tutto ciò indica chiaramente come un’intera associazione si faccia imbrogliare da alcuni ignobili individui privi di senno e prenda poi una simile decisione. Tutto questo può essere opera solamente di una congregazione che sia guidata da bambini, da imbecilli o da mascalzoni senza coscienza.
Il giornale aveva tragicamente ragione, ma solo in parte perché, come tanti all’epoca, sottovalutò il fenomeno – giacché i portatori di quei principi si rivelarono molto peggio di com’erano stati descritti.