Chi vuol rottamare la Costituzione
In garage avete una potente e preziosa auto d’epoca rosso fiammante che funziona perfettamente, perché a costruirla è stato nientemeno che Enzo Ferrari con le sue mani nel 1947. L’avete ereditata, tuttavia anche se non è frutto dei vostri sacrifici avete saputo mantenerla in ottime condizioni facendola seguire da abili meccanici con decenni di esperienza nel settore. E’ per questo che ve l’ammirano tutti e siete sempre lì a controllare che abbia graffi. E voi, pur conoscendone l’enorme valore, la usate tutti i giorni perché potete permettervelo e perché sapete che non vi lascerà mai a piedi.
Ebbene vi sentireste di metterla in mano a una piccola officina di ragazzi che vi propongono di sostituire il motore originale con uno più moderno? La rivernicereste con una tinta metallizzata perché più trendy? O la lascereste esattamente com’è avendo cura di sottoporla a costanti manutenzioni perché non si rovini?
Riscritti 41 dei 139 articoli
Sessantanove anni fa veniva approvata la Costituzione italiana fatta di 139 articoli (pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 27 dicembre 1947) a cui i 75 padri costituenti avevano lavorato dal 25 giugno 1946 fino all’1 febbraio 1947 (per l’approvazione si arrivò al 22 dicembre 1947).
Quasi 70 anni più tardi arriva un governo che intende rottamare 41 di questi articoli, ossia oltre un terzo di quel ponderato lavoro su cui si fonda ancora la convivenza civile italiana dal dopoguerra ad oggi grazie ai suoi pesi e contrappesi che assicurano la miglior aderenza possibile ai principi della democrazia.
I padri costituenti e i ricostituenti
A questo punto diventa istruttivo, oltre che simbolico, vedere chi erano i padri costituenti (ritenuti evidentemente superati dai nuovi) e chi sono gli attuali ricostituenti (che si reputano forse più illuminati dei primi). Il confronto appare a dir poco stridente. Tra i 75 padri costituenti c’erano personalità di spicco della politica e della cultura italiana, espressione di quasi tutti i partiti politici tranne i movimenti neofascisti, per ovvie ragioni: tra i democristiani compaiono Giuseppe Dossetti (teologo), Giorgio La Pira (futuro sindaco di Firenze), Giovanni Leone (futuro presidente della Repubblica), Aldo Moro (futuro presidente del Consiglio), Paolo Emilio Taviani (economista); tra i comunisti Giorgio Amendola (partigiano), Giuseppe Di Vittorio (fondatore della Cgil), Nilde Iotti (futuro presidente della Camera), Concetto Marchesi (accademico dei Lincei), Umberto Nobile (il famoso comandante del dirigibile Italia), Umberto Terracini, Palmiro Togliatti (segretario del Pci); i socialisti Lelio Basso, Pietro Mancini, Alessandro Pertini (futuro presidente della Repubblica Italiana); il liberale Luigi Einaudi (futuro presidente della Repubblica); Aldo Bozzi dell’Unione Democratica Nazionale; il Gruppo Autonomista era rappresentato da Pietro Calamandrei (giurista) ed Emilio Lussu (scrittore).
Oggi ad aver riscritto le norme da cambiare sono: Maria Elena Boschi del Pd e, in fase di revisione al Senato, Anna Finocchiaro del Partito Democratico e Roberto Calderoli della Lega Nord. Ad essi si aggiunge, col ruolo di propugnatore della riforma, il premier Matteo Renzi.
Chi vuole correggere la Costituzione italiana? Maria Elena Boschi, 35 anni, neo ministro senza portafoglio con esperienza di avvocato civilista e consigliere d’amministrazione della società partecipata fiorentina Publiacqua. Anna Finocchiaro, 61 anni, già ministro, ex funzionario della Banca d’Italia e sostituto procuratore della Repubblica. Roberto Calderoli, 60 anni, chirurgo maxillo- facciale e odontoiatra, ex ministro e vice presidente del Senato. Matteo Renzi, 41 anni, primo ministro e segretario del Pd, ex presidente della Provincia di Firenze ed ex sindaco di Firenze. Importante sostegno alla riforma costituzionale denominata Boschi- Renzi, avversata da tutti i partiti in Parlamento tranne la maggioranza del Pd, Ala, Area Popolare, Ncd, Socialisti Italiani, viene da Denis Verdini, 65 anni, banchiere fondatore di Alleanza Liberalpopolare-Autonomie.
Tutto il dovuto rispetto per questi esponenti di spicco della politica attuale; tuttavia essi avrebbero dovuto avere altrettanto rispetto per le 75 personalità di indubbia levatura che avevano scritto i 41 articoli che essi oggi contestano. E, non solo a mio modestissimo parere, avrebbero fatto meglio a non cimentarsi in cambiamenti lasciando la nostra Costituzione italiana invariata. Quegli articoli non sono stampati su un rotolo di dieci piani di morbidezza, ma sulla pelle di tanti italiani che hanno dato la vita per la libertà di questo Paese e di questa Europa.
Ps. indovinate dalle foto chi sono i padri costituenti e chi invece ne vuole cancellare il lavoro.
Statisti si nasce o si diventa?
Qui sotto, per chi se lo fosse perso, il video di un programma della tv francese Canal plus del 2015: l’ospite è Martin Schulz presidente del Parlamento Europeo e l’oggetto delle grasse risate (sue e dell’uditorio) è il nostro presidente del Consiglio. No, non il precedente, quello attuale.
Caro mio, i democristiani, con il partito sbaragliato dal Savonarola nostrano, leggi Dipietro, per non fare la fine dei socialisti, si sono inventati la DC di sinistra che é una contraddizione in termini poi, sempre attaccati mani e piedi alle proprie sedie, il Partito Democratico, un’accozzaglia di gente che non hanno in comune che il voler essere ai vertici, mentre i comunisti, temendo che il loro giustiziere ci prendesse gusto e gli sfuggisse di mano, si sono inventati il cattocomunismo, altra contraddizione in termini e stanno tutti assieme a scalpitare di nostalgia per i vecchi tempi senza uno straccio di programma o di dichiarazione di intenti, di cartelli ormai non se ne parla più da un secolo. E chi è un minimo lucido deve perder tempo a ragionarci….
… e poi è stato bravissimo nel farsi detestare perfino da quelli che votano come dice lui credendo di votare ancora a sinistra.
Come dicono in Toscana “son ragazzi….” e non amano la politica dei piccoli passi. Che alla nostra Costituzione un ritocchino potesse far bene lo dice la dua stessa età e la situazione italiana europea e mondiale radicalmente cambiata da quel ’46 ma da lì a rivoltarla come una giacca vecchia ce ne passa. Renzi ha capito prima di iniziare che a toccare la Costituzione in un Paese fortemente conservatore come il nostro sarebbe scoppiato il finimondo, come scoppiò quando il tentativo lo fece Berlusconi, e ha certamente pensato che tanto vale allora farlo scoppiare per grandi cambiamenti. Renzi è un giocatore e gli piace puntare grosso per vincere molto. Non ha capito peró che per un buon bluff, perché sia credibile, bisogna cambiare tavolo spesso mentre lui è sempre qui, con gli stessi giocatori a far finta di avere asso e tre e invece ha degli scartini