Zar 4.0


A pensarci, la dittatura in Russia sopravvive ancora dopo 105 anni di comunismo. Anzi, a dirla meglio, il popolo russo non ha mai vissuto in democrazia. Non certo prima dell’avvento degli zar nel 1561 e non certo dopo: nel 1917 c’è stata la rivoluzione bolscevica e poi, dopo le parentesi Gorbaciov e Eltsin, nel 2000 è arrivato al potere Vladimir Putin. Evidentemente il popolo russo non conosce gli strumenti per accedere alla democrazia perché non la conosce, non l’ha mai sperimentata essendo strettamente controllato da apparati oligarchici di potere (militare/poliziesco, economico, burocratico) estremamente blindati e impermeabili alle pressioni, ai bisogni e alle aspettative di una società che da un lato si sente protetta e dall’altro avverte la stretta della morsa. Poi c’è la narrazione dell’accerchiamento occidentale – in parte reale, va detto – che serve a potenziare l’ossessione e per molti il sogno della grande Madre Russia; e che non giustifica ai nostri occhi – e non dovrebbe giustificare nemmeno agli occhi del popolo russo – l’invasione dell’Ucraina.

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