Roma caput (mafiae) mundi
Il video mostra la cattura, da parte dei ROS dei Carabinieri, di Massimo Carminati, milanese di 56 anni, arrestato il 30 novembre 2014, due giorni prima della grande retata che il 2 dicembre ha portato alla cattura di altre 36 persone coinvolte nell’inchiesta Terra di mezzo, che ha confermato l’esistenza a Roma di una cupola mafiosa. Al vertice dell’organizzazione, secondo il procuratore capo della capitale Giuseppe Pignatore, c’era proprio l’ex terrorista nero Massimo Carminati, che con i suoi affiliati otteneva appalti e finanziamenti pubblici dal Comune di Roma e da municipalizzate. L’inchiesta, destinata ad allargarsi, ha finora coinvolto l’attuale amministrazione del Pd e la precedente del Pdl, tanto che tra gli indagati figura anche il nome dell’ex sindaco Gianni Alemanno.
L’indagine riguarda: associazione mafiosa, estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, fatture false, riciclaggio, trasferimento illecito di valori e altro. La Guardia di Finanza sta provvedendo al sequestro di beni per un milione di euro; ma è ancora niente se si considera che il fatturato delle cooperative di cui era a capo il numero due di questa cupola mafiosa Salvatore Buzzi, ammontava a 80 milioni di euro.
Grazie Franco per queste parole che condivido pienamente. Il guaio è che non si intravvedono soluzioni che vadano oltre l’allontanamento (che dovrebbe essere PER SEMPRE) delle mele marce dalla pubblica amministrazione con relativa punizione (che dovrebbe essere ESEMPLARE e invece si traduce sempre in patteggiamenti e sconti di pena).
Una giunta sotto cui accadono queste cose si deve dimettere senza se e senza ma. Spetta al Prefetto imporlo e se ciò non accade chiediamocene il motivo. Non ci sono pretesti. Se ne vadano, si invii un commissario e si rifacciano le elezioni e la regola valga per ogni Ente, sia esso Comune, Provincia o Regione e anche per il Governo. Il teatrino abituale in cui i responsabili annunciano a piena voce “non me ne vado” deve finire se si vuole che questo martoriato Paese emerga dalla fogna in cui l’hanno fatto sprofondare. Il prefetto s’imponga e Renzi lo sostenga sfiduciando con chiarezza la giunta Marino. E se questo non avverrà sarà per complicità e/o connivenza, non vi sono altre ragioni. Questi farabutti con il loro malaffare hanno di fatto occupato il Paese e le parti che li sopportano è come se li sostenessero. Non è voltandoci dall’altra parte che risorgeremo, ma opponendoci con ogni mezzo di cui saremo capaci. Non dimentichiamo che anche i Partigiani erano un’esigua minoranza e che la maggioranza della popolazione ha tollerato prima il Fascismo e poi la sua presa di potere perciò non è in quanti si è ad opporsi che conta, ma la qualità degli oppositori e la loro forza. Apriamo gli occhi e dopo apriamo anche la bocca per gridare sdegno e vergogna e certamente altri ancora lo faranno
mi stupisce che sia scoppiato il bubbone solo ora. Era dai tempi della banda della Magliana che s’era intuito, poi qualcuno, o forse tutti, ha voluto stenderci sopra il velo del silenzio. Ora c’è la solita corsa dei “media” per stabilire se si rubasse più a destra o a sinistra, quale orientamento politico sia più malavitoso e così, per non dare ragione a uno o all’altro si ritornerà a stendere il velo. Il sindaco Marino annuncia, moderno Savonarola, che farà un “rimpasto” che sarà come impastare letame e creta per non sentire cattivo odore. I grillini chiedono elezioni subito senza rendersi conto del fatto (o sapendolo benissimo e speculandoci) che gli assessori o il sindaco sono il male minore e che il marcio, quello vero e pericoloso, va dall’alto in basso allargandosi a piramide e che per bonificare si deve andare dal basso all’alto. Un buon giardiniere sa quando deve curare le foglie o quando per cirare le foglie deve invece bonificare tutto il terreno che circonda la pianta. Il nostro Paese è molto simile alle repubbliche sud-americane dove solo rivoluzioni possono cambiare le cose quindi aspettiamo pazientemente, verrà la tempesta un giorno o l’altro e spazzerà via tutto, ma non illudiamoci, poi la mala erba ricrescerà. Oppure non verrà mai alcuna tempesta, se è dal Rinascimento e dall’Impero Romano che assistiamo a questo malaffare. Che differenza c’è fra il nostro sistema e la corte dei Borgia? Il marcio forse è nella nostra stessa natura, nel non voler mai prendere la strada diritta, nel cercare sempre le scappatoie, nell’ammettere la menzogna come dato di fatto, nel non punire mai in modo esemplare e certo. Gli stessi soggetti che ora delinquono a livello di Stato prima sono stati in qualche modo rimessi in circolazione, mai puniti. Invece che inventarci crimini come il “femminicidio” che solo a sentirlo fa ridere si dovrebbe fare la legge che punisca esemplarmente chi commette un crimine contro “il Popolo Italiano” rubandogli le sue risorse, distruggendogli il territorio, offendendone la dignità……una legge che ci sbarazzi dei colpevoli ma non giustiziandoli, la peggior condanna per questa gente è il lavoro, un duro lavoro per la comunità. Si ricorda il film di Bertolucci? quando l’Imperatore viene condannato a coltivare un orto? Questa è la punizione per l’arroganza, ma noi non siamo cinesi e dopo tre mesi li ritroveremmo al governo.