aiuti di stato


Aiuti di Stato a Laura Antonelli. Due pesi due misure

Non è populismo, però perchè i contribuenti devono versare un vitalizio all’attrice Laura Antonelli, che a 69 anni vive in una situazione di indigenza e depressione in un piccolo appartamento del litorale romano? Non è la sola a sopravvivere con la pensione di 500 euro al mese. Quand’era un’attrice famosa per il soft erotico degli anni ’70, arrivava a percepire anche un cachet di 100 milioni di lire a film: e di film ne ha girati 45. Nel 2006 ottenne 108.000 euro dalla giustizia italiana (cioè sempre da noi) come risarcimento per la lunghezza del processo che le imputava lo spaccio di cocaina nella sua villa di Cerveteri: accusa per la quale risultò innocente. Se ha saputo gestire male i suoi risparmi, se si è rifugiata nella cocaina e se è caduta in depressione dopo il crollo fisico, sono forse i contribuenti italiani a doverla sorreggere oggi mettendo mano ai portafogli? Lei decorosamente non lo chiede, ma l’ha fatto Lino Banfi a suo nome, invocando la legge Bacchelli. Ci sono centinaia di migliaia di signore Nessuno che vivono nelle stesse situazioni economiche disagiate della signora Antonelli, la quale almeno ha avuto modo di sfruttare per anni i benefici del successo. Queste donne e questi uomini che vivono in un’indigenza dimenticata perché lontana dai riflettori e da altolocati  benefattori, sono certamente persone di serie B, che magari non hanno mai sperperato i soldi: forse perché non hanno mai avuto la fortuna di vivere anche solo un giorno di agiatezza in vita loro; e tantomeno di sottoporsi ai trattamenti estetici come quelli che sfortunatamente alla Antonelli hanno sfigurato il volto al punto da farle chiedere (inutilmente) un risarcimento di 30 miliardi di lire. Qui non si tratta di insensibilità, al contrario, servirebbe un’apparente insensibilità verso una sola persona per non ferirne molte migliaia, che difficilmente capirebbero: anzi capirebbero benissimo che ci sono sempre due pesi e due misure.

4 risposte a “aiuti di stato

  1. c’è qualcosa di sbagliato nel sistema. Se è vero, come è vero, che Laura Antonelli ha guadagnato centinaia di milioni attraverso i propri film avrà evidentemente anche pagato le relative imposte. Ora, perchè le imposte dei dipendenti o, quanto meno, la parte di stipendio ad essi trattenuta, comprende il versamento di un fondo pensione e il 20% di Ritenuta d’acconto prelevato dai compensi di attori, cantanti, artisti…non lo comprende? Si dirà che sta a questi soggetti d’imposta essere previdenti e allora perchè verso il dipendente lo Stato ha un atteggiamento protezionistico (forse considerando il dipendente infantile e poco responsabile) e verso chi esercita le professioni no? è noto che altre categorie (avvocati,architetti,commercialisti,giornalisti…) avendo un “Ordine” hanno anche una propria Cassa Mutua di categoria, ma perchè questo metodo non viene applicato a tutte le categorie? Non voglio difendere la Antonelli, ma gli artisti in genere che sono patrimonio di un Paese mentre finchè “tirano” vengono osannati per poi essere cestinati come oggetti obsoleti.

  2. “Allora perchè non aiutare anche un mio amico che ha perso il lavoro,a tempo indeterminato,dopo 13 anni??
    Attualmente vive con lo stipendio della moglie che non arriva a 600,00€ al mese…
    Ah,dimenticavo!!
    Hanno un bimbo piccolo”.

    • Appunto. E’ un cittadino di serie B, che non merita compassione. Ma cosa avrà fatto di grande per l’Italia Laura Antonelli per meritare dallo Stato più del tuo amico?

      • “Per quanto mi riguarda la cittadina di serie B è quest’attrice!
        Il mio amico è uno dei milioni di cittadini che si è sempre rimboccato le maniche
        per mantenere la famiglia e per riuscire a vivere in questa società che ci spreme come limoni!
        Laura Antonelli sarà stata sicuramente il sogno proibito di tanti uomini negli anni 80 ma a parte questo?
        Questa è l’ennesima prova di quanto faccia acqua da tutte le parti il nostro BEL PAESE”-

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